Fernando Sor: Studio op. 6 n. 3 (n. 11 della raccolta Sor - Segovia)

Lezione


Comporta la piena competenza nella pratica dei legati, in special modo di quelli discendenti.

É rappresentativo della tecnica applicata al legato su tre suoni con la percussione solo del primo suono che sarà prodotto dalla mano destra, mentre gli altri due saranno eseguiti dallo strappo. Un'appropriata diteggiatura della mano sinistra permetterà il pieno sviluppo di questa tecnica, producendo contestualmente l'indipendenza dinamica nello strappo alle quattro dita con la differenziazione delle forze applicate dal dito retrostante, che spinge per tenere ferma la corda, e quello antistante che strappa, per produrre il suono.

La particolare metrica applicata ai tre suoni, 2/32 + 1/16, seguiti per quasi tutta la durata del brano, dal gruppo pausa - accordo - pausa, tutti di egual valore (1/8) comporta la risultanza di uno specifico effetto sonoro che emergerà solo se l'esecutore curerà, a regola d'arte, una precisa interruzione dei suoni cioè l'ultimo del gruppo dei tre legati, soprattutto quando cade su corda vuota, e tutti gli accordi o bicordi che variamente si succedono nelle tre parti che compongono lo sviluppo dello studio.



La pratica dell'interruzione del suono è molto complessa e va applicata con grande oculatezza soprattutto quando l'esecuzione comporta anche risultanze sonore di corde che, pur non percosse, vibrano per simpatia. É possibile fermare il suono nei vari modi canonici: sollevando con adeguata tempistica le dita della mano sinistra o poggiando quelle della mano destra sulle corde precedentemente percosse, ma non è assolutamente sufficiente.

Spesso serve praticare, furbescamente, con entrambe le mani, delle preparazioni tali da predisporre in anticipo l'azione esecutiva delle note che seguono annullando contemporaneamente le vibrazioni.

Talvolta il pollice della mano destra potrà fermare adeguatamente le vibrazioni di quarta e quinta corda: poggiando il polpastrello sulla quarta e contemporaneamente toccando col dorso della falangetta la quinta; come anche, in maniera identica, le vibrazioni della quinta e della sesta.

Lo studente cercherà, come sopra accennato, di procurarsi vantaggi da tutte queste incombenze facendo in modo, ove possibile, cha la mano svolga una doppia funzione: interruzione e preparazione all'azione dinamica che segue.

Va rilevato che lo studio dovrebbe essere interpretato considerando i suoi due elementi indipendenti ed esteticamente antagonisti, pur mancando una prevaricazione o prevalenza espressiva dell'uno sull'altro; quindi non melodia accompagnata bensì un contrappunto, anche se con voci eccessivamente distanziate, che l'autore, abilmente, restringe, solo nelle ultime tre misure ove l'impegno per l'interruzione del suono mi, della sesta corda a vuoto (da praticare coll'appoggio del pollice sulla stessa corda nella frazione di tempo disponibile, per la presenza della pausa, prima del riutilizzo sul sol#), risulta realizzabile ma particolarmente disagevole.





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