Il pollice della mano destra e i movimenti che gli competono


Va inteso che l’insieme dei posizionamenti sin qui descritti contribuisce alla preparazione dell’azione dinamica dell’estrema periferia di ogni dito. Il giogo spalla-gomito-polso nel suo preciso coordinamento riproduce un disegno di mano che concede alle dita una resa dinamica di massima ergonomicità.

Il pollice, naturalmente privo di una falange ed impiantato sul lato sinistro della mano (nella mano sinistra è impiantato a destra), si comporta in maniera differente rispetto alle altre dita; svolge di conseguenza tutta la sua operatività lateralmente, raggiungendo la sua massima estensione, coadiuvata dal polso che scorre lungo una traiettoria perfettamente ortogonale alle corde, senza mai superare l’angolo di novanta gradi.



L’indice posto sulla prima corda, nell’atteggiamento di percuoterla con tocco volante (cioé con la maggiore angolazione del dito), obbligherà il pollice alla sua massima estensione solo quando percuoterà la sesta corda, mantenendo un immaginario asse della mano sempre ortogonale alle corde o comunque parallelo ai tasti.

Distanziando opportunamente il polso dal piano armonico e sollevandolo o abbassandolo lungo il suo individuato percorso, l’allievo riuscirà a compensare eccessi o difetti dimensionali dell’intero arto tanto da agevolare il pollice nel suo intero percorso dinamico.

Il pollice pizzica lateralmente variando l’ampiezza dell’angolo che forma con la mano in relazione all’altezza della corda. Lo spostamento, dalla sua posizione di riposo, non deve assolutamente ripercuotersi sulle altre dita, in special modo sull’anulare e sul mignolo, con cui pare abbia dei collegamenti. Si poggia per un istante sulla corda che deve percuotere quindi cade, quasi senza un preciso comando motorio, come un oggetto che precipita appendendosi dal polso. Alla fine della sua corsa, si adagia rilassato sull’indice formando con esso un incrocio, senza mai interferire sul resto della mano.

Il punto di contatto con la corda varia in relazione a numerosi fattori da valutare ed esaminare singolarmente. La dinamica comprenderà, oltre le due falangi, anche il primo osso del metacarpo, che in maniera sempre diversa fuoriesce parzialmente dalla palma della mano.

Il movimento non sarà mai rotatorio, né in caduta né in risalita, e la sua direzione sarà sempre identica. E’ anche possibile che il pollice sia costretto ad allargarsi verso la tavola, nell’atto di avvicinarsi alle corde, a causa delle sue ridotte dimensioni o perché il polso è troppo lontano dal piano armonico o anche perché la chitarra è inclinata all’indietro.

La casistica delle imperfezioni da dover correggere si presenta abbastanza diversificata e con implicazioni di vario genere. La costante e personalizzata ricerca come anche ogni tipo di sperimentazione che avvantaggi l’allievo diventa un obbligo morale da cui il docente non potrà mai considerarsi dispensato.





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